Nel 1869 Lorenzo Respighi sperimentò l’uso del prisma obiettivo (figura 1), introducendo nella fisica stellare l’uso di questa tecnica che era stata inizialmente proposta e adottata, con scarsi risultati, da Joseph von Fraunhofer, fisico e astronomo tedesco, padre della spettroscopia.
Negli stessi anni, Secchi progettò e fece costruire da Merz il prisma qui mostrato, che utilizzò ponendolo davanti agli obiettivi dei telescopi Cauchoix e Merz dell’Osservatorio del Collegio Romano.
Tra Secchi e Respighi scoppiò una forte polemica sulla paternità dell’invenzione dello strumento; le prime osservazioni eseguite con i rispettivi prismi furono infatti pubblicate quasi contemporaneamente.
Secchi commissionò il suo strumento a Merz nel 1864. Lo strumento è descritto nei due principali trattati astronomici di Secchi, Le Soleil e Le Stelle; era inizialmente dotato di un’armatura circolare che veniva inserita come un coperchio sull’obiettivo del telescopio Merz, facilitandone così il posizionamento. Questo supporto originario è andato perduto; il prisma si trova oggi inserito in un anello metallico di ottone, utilizzato per adattarlo al telescopio Cauchoix. Grazie a questo strumento, Secchi fu in grado di estendere la sua classificazione spettrale originaria, introducendo fino ad una quinta classe, comprendente stelle i cui spettri presentano righe dell’idrogeno in emissione, come quello di γ Cassiopeae.
Prisma obiettivo
Merz, Monaco di Baviera, 1864
Vetro, ottone
Diametro 162 mm
Angolo di rifrazione 12°.
Museo dell'INAF-Osservatorio Astronomico di Roma, Monte Porzio Catone (Roma)
Bibliografia
Starlight